By | 24 Settembre 2017
benin

Pochissimi viaggiatori si interessano per il Benin e, di fatto, una minima parte sa collocarlo sulla mappa. Ma, soprattutto, non sanno che questo paese situato sul Golfo di Guinea può vantare una serie di attrazioni davvero uniche in tutto il continente africano.

Un esempio? Provate ad immaginare un paese con ben 50 etnie diverse, tutte con una propria lingua. Nel Benin è possibile trovare tribù uniche, con tradizioni antichissime come tatuaggi e scarificazioni sul volto. Per molte di queste tribù sono simboli non solo di bellezza ma anche di appartenenza e fedeltà: insomma, per chi è amante della fotografia e dell’antropologia, il Benin è un autentico paradiso in terra. Insomma, se avete messo un gruzzoletto da parte, semmai grazie a qualche vincita in un casino gratis senza deposito, e avete spirito avventuriero…cominciate a programmare questo viaggio!

Il Vudù

Ci sono molte altre caratteristiche che rendono unico questo paese. C’è, ad esempio, una religione tutta propria: si tratta dell’animismo, presente in altri luoghi ma che qui trova la sua massima espressione. E se a qualcuno è sorto il dubbio, sì, si sta parlando di vudù. La chiave di tutto, però, è nella differenza tra realtà e l’immaginario collettivo, condizionato senza ombra di dubbio dai tanti film dove vengono raffigurate bambole trafitte con spille e zombie. Nulla di tutto ciò: il vudù mette al centro un’unica essenza soprannaturale con cui poter dialogare tramite una sorta di intermediari, le divinità. Queste ultime sono rappresentate tutte con personalità diversi e vengono adorate tramite riti, danze e simboli vari. In questa religione tutto ciò che c’è in natura possiede uno spirito.

Fu con gli schiavi che furono deportati nei Caraibi e in Brasile che poi il vudù cambiò e si sviluppò in altre forme. E, restando sul tema schiavi ci colleghiamo ad un’altra peculiarità del Benin. Qui, infatti, è possibile trovare il “cammino degli schiavi”, un tragitto che più di due milioni di esseri umani dovettero affrontare prima di imbarcarsi sulle navi dirette nelle Americhe. I discendenti di quegli schiavi, tornando in Benin, hanno poi dato vita all’ennesima particolarità che si trova in questo paese, la cosiddetta architettura “afro-brasiliana”, qualcosa che non ha eguali in tutta l’Africa.

Fu nel 1960, quando venne proclamata l’indipendenza dalla Francia, quando nacque la denominazione Benin, prima chiamato Dahomey. Di fatto fu un regno che dominò incessantemente nel Golfo di Guinea tra i secoli XVI e XIX e di cui si ha ancora traccia negli spettacolari palazzi reali presenti ad Abomey e dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Le bellezze naturali del Benin

Oltre tutte queste attrazioni culturali e antropologiche, il Benin può vantare tante ricchezze naturali: nel nord del paese c’è il parco nazionale del Pendjari (a sua volta patrimonio UNESCO), considerato uno dei migliori luoghi di tutta l’Africa Occidentale per osservare gli animali selvatici nel loro ambiente naturale. Non lontano da Cotonou, la capitale economica, c’è il delta del fiume Momo, un altro luogo semplicemente eccezionale e che vale la pena di visitare una volta nella vita. Ed è lì, che alla fine del viaggio in Benin, si potrà godere anche di spiagge paradisiache ed incontaminate, in cui ci si può rilassare e godere della natura.

La storia della schiavitù, le diversità etniche, l’architettura coloniale, le bellezze naturali: il Benin è tutto questo, senza dimenticare la presenza di infrastrutture e un livello di sicurezza che vanno ben oltre gli standard presenti in altri paesi africani. A tutto ciò bisogna aggiungere anche il fatto che si tratta di un paese poco frequentato dai turisti, con tutto il fascino che ne consegue: provate a immaginare di dovervi trovare a interagire con tribù isolate dalla civiltà, con rituali vudù autentici e riti antichi. Un’esperienza unica, senza alcun dubbio.